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Belgio : casino nelle galere

domenica 10 marzo 2013

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Nelle ultime settimane, ci sono state parecchie buone notizie a proposito di rivolte nelle prigioni belghe.

A Forest, due detenuti mandano all’ospedale quattro secondini. Durante l’ennesima perquisizione della cella, i secondini trovano un cellulare. I due detenuti rispondono sfasciando il tavolo ed attaccando i secondini con le gambe del tavolo. Sciopero spontaneo del personale.

A Hasselt, in solidarietàcon un detenuto pestato in isolamento, 90 prigionieri si mettono d’accordo per bloccare il cortile del passeggio; distruggono le panche, le telecamere, spaccano dei vetri e strappano le griglie. Grossi danni. 50 sbirri, della polizia locale e di quella federale, intervengono ed i detenuti tengono testa degnamente a questo assalto. Una settimana dopo, durante una visita, un detenuto dàuna testata ad un sorvegliante. Sciopero del personale.

Alla prigione di Anversa, numerosi detenuti danno fuoco alle celle. Importanti danni.

A Louvain, 6 persone rifiutano di rientrare nelle celle e bloccano il cortile. Distruggono tutto ciò che trovano: il campo da calcio, le panche, le pattumiere, etc. Poi attaccano i secondini che vogliono farli rientrare con la forza. Un secondino rimane ferito. I prigionieri si arrampicano sul tetto. Arrivano 40 sbirri che li fanno scendere con la forza. Un detenuto viene ferito ed è trasferito, in modo da impedire la solidarietà.

Alla prigione per minorenni di Everberg, alcuni giovani rifiutano di tornare nelle loro celle. Ne segue una bella rissa fra 20 giovani e le guardie; 4 guardie vengono ferite. Sciopero del personale.

Ecco quanto ha voluto dire la stampa. Ma altre notizie di rivolte sono giunte alle nostre orecchie.

Ad Andenne, una persona che ha finito un lungo periodo in isolamento, appena uscita dàun bel pugno al primo secondino che incontra.

A Bruges, un detenuto non accetta che il secondino possa entrare nella sua cella in qualunque momento della giornata, con una scusa qualsiasi. Lo blocca nel vano della porta e gli dàun pugno. Nella sezione alta sicurezza, una persona è stufa di lavorare a fare scatole di cartone e decide di distruggerle.

Le notizie di rivolte in prigione ci fanno piacere e ci danno coraggio per batterci anche noi, fuori. Non è il numero dei detenuti in rivolta ad impressionarci, ma la volontàdi confrontarsi con i propri nemici e rivendicare la propria dignità. Le tre occupazioni di cortili si sono susseguite con una tale velocitàche è chiaro che ogni rivolta dàforza e coraggio ad altre. Era da molto tempo che i detenuti non avevano dimostrato una tale determinazione a non cedere di fronte ai secondini.

Qualche parola, di tutt’altro tenore, sulla stampa. Non è un caso che questi atti di ribellione siano usciti oggi sui giornali. Sono stati accompagnati da tre scioperi dei secondini – guarda caso nei primo giorni di bel tempo dell’anno – e da una vertenza, che si annuncia dura, dei sindacati di secondini. Il loro scopo è quello di “rendere coscienti†i politici, alla vigilia delle elezioni, in modo da chiedere sempre più effettivi e sempre più repressione. A Hasselt, nello specifico, i secondini chiedono che l’isolamento in cella disciplinare possa superare con più facilitài 9 giorni, parlando anche di un prolungamento sistematico per i detenuti più recalcitranti.

Per sapere cos’è veramente successo durante una ribellione, non possiamo mai fidarci della stampa. Questa racconteràsempre la versione dei secondini o degli sbirri che sono arrivati per sedare la rivolta. Spesso, essa nasconde completamente i piccoli e grandi atti di rivolta, dentro, esattamente come fàper quanto succede fuori. La stampa è uno strumento del potere per gestire le informazioni che questo vuole far passare, per i suoi fini. Non renderàmai conto delle violenze fatte ai danni dei detenuti, delle umiliazioni e dei cattivi trattamenti, poco spettacolari ma diventati quasi la norma. Non diràmai in quale contesto è scoppiata una rivolta. Tocca a noi appropriarci di questi atti di rivolta e fare loro eco!

[testo tradotto da La Cavale]