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Lettera di Ilias Nikolau

domenica 27 aprile 2008

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La notte del 13 gennaio un ordigno artigianale composto da camping gas e benzina è
esploso all’ingresso del commissariato di Evosmos (nelle vicinanze di Salonicco)
producendo danni alla facciata in vetro e all’impianto di areazione. Poco dopo la polizia in
borghese arresta Ilias Nikolau, un anarchico di 26 anni. Ilias Nikolau, assieme con Dimitra
Sirianou e Kostas Halazas rimasero per un anno latitanti per lo stesso caso di Vagelis
Botsatsis (accusati di vari incendi). Vagelis uscì dalla carcerazione preventiva il 13 ottobre
2008. il 14 di novembre, durante lo scompiglio dello sciopero della fame nelle carceri
greche, i tre rimanenti, accompagnati da un centinaio di compagni si presentarono in un
commissariato di Salonicco e il giorno seguente vennero rimessi in libertàfino al giorno
del processo.Ora Ilias è accusato di: esplosione, fabbricazione e associazione. Ilias ha
negato tutte le accuse e nega di essere stato arrestato in flagranza. Tutto è basato solo sulla
testimonianza dei poliziotti e non c’è nessuna prova. Né nei diari in casa di suo padre, né
nel luogo dove lavora i 30 poliziotti che assaltarono la casa di sua nonna in città, sono
riusciti a trovare qualcosa. Senza dubbio, il 15 di gennaio Ilias saràportato nel carcere di
Amfissa.
Qui una sua lettera:

Nella mattina di martedì 13 gennaio a Salonicco, fui arrestato come sospettato di
un’esplosione verificatasi nel commissariato della polizia municipale. Questo accade
un’anno dopo dal novembre 2007 quando un’accusa, gonfiata in maniera incredibile fu
lanciata contro di me e contro tre miei compagni. Questa portò in carcere a uno di noi e
spinse i tre restanti a darsi alla fuga. La caccia alle streghe così cominciò. Abbiamo vissuto
un dicembre abbastanza caldo in una situazione che ha mostrato molto chiaramente
l’assenza di pace sociale. La pace sociale esiste solamente nell’immaginazione di quelli, che
non possono capire il fatto che la realtàè marcata da una guerra civile permanente.

Da un
lato c’è una fazione rivoluzionaria che si ribella contro questa mostruositàdemocratica. La
rabbia sostituì la paura e al posto del consenso apparve il conflitto. Il dicembre, come un
segnale dei tempi che stanno arrivando, rivelò una divisione molto chiara tra quelli che
alimentano, mantengono e difendono il potere e quelli che lo combattono. Ora non si tratta
di guardare indietro con nostalgia alla scintilla che portò all’insurrezione sui suoi passi.
Vogliamo comprendere e esprimere i segnali del presente e del futuro. I segnali che ci sono
stati è quelli che stanno per arrivare. I segnali di una guerra sociale senza pietà. Se vogliamo
che esistano momenti di conflitto, di insurrezione e di dignitàdobbiamo armare le nostre
mani e i nostri desideri in modo deciso e organizzato. Sono contro a quelli che pensano che
le dimostrazioni e le proteste pacifiche cambieranno qualcosa, perché si tratta di qualcuno
che sta per andare con i morti.

Trascinano i loro cadaveri per le strade, per i sindacati e per
le lussuose fabbriche dei loro capetti. Mi metto al fianco di quelli che stanno in piedi con
dignitàe mi unisco con quelli che sentono l’insopprimibile volontàdi perturbare e di
distruggere questo cimitero immenso. Il carcere è una tappa in più per un ribelle. Una tappa
di cattività. Per tutti quelli che potrebbero pensare di avermi vinto e che non hanno vinto...
per me e i miei compagni funziona al contrario! Perché se ci sono prigionieri di guerra
significa che continueremo lottando. Invio saluti calorosi e ribelli ai miei compagni e ai
rivoluzionari di tutte le parti.

LIBERTA’ AI PRIGIONIERI RIVOLTOSI LIBERTA’ PER
YANNIS DIMITRAKIS, POLI GEORGIADIS E YIORGOS VOUTSI-BOGIATSIS e per
tutti gli ostaggi della democrazia.

Ilias Nikolau.
Carcere di Amfissa 19 gennaio 2009