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Processo in appello per l’incendio del CIE di Vincennes

mercoledì 22 settembre 2010

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Il 28 giugno 2008, Salem Souli, un sans-papiers detenuto nella prigione per clandestini di Vincennes [a Parigi, NdT], muore per mancanza di cure mediche. Il giorno dopo scoppia una rivolta che riduce in cenere la più grande galera per sans-papiers di Francia. Questa rivolta arriva dopo diversi mesi di lotte, all’interno (scioperi della fame, rifiuto dell’appello, manifestazioni, inizi d’incendio…). In seguito, dieci persone, fra le 270 detenute nel centro al momento dell’incendio, vengono arrestate ed imprigionate per molti mesi prima di essere sottoposte a giudizio. Sono condannate nel marzo 2010 a pene che vanno dagli 8 mesi ai 3 anni di galera, senza condizionale. I condannati fanno appello contro la sentenza. Il processo d’appello cominceràgiovedì 6 ottobre 2011. La loro libertàè nelle mani della macchina giudiziaria.

Il processo di primo grado si è svolto fra persone conniventi: giudici, pubblici magistrati, procuratore. Visto che tutte le loro richieste di informazioni complementari erano state rigettate, gli avvocati degli imputati hanno stimato che i diritti della difesa non erano garantiti e si sono ritirati. Anche questa volta, durante le udienze preliminari del processo d’appello, la maggior parte di queste domande, quali quelle concernenti la morte di Salem Souli, sono state rifiutate.

Si tratta, senza ombra di dubbio, di far pagare questa boccata d’aria grazie alla quale, durante l’estate 2008, diverse centinaia di persone senza documenti hanno evitato l’imprigionamento e l’espulsione. Infatti, 280 posti in meno in prigione significa, concretamente, meno retate e meno arresti.

Per espellere sempre di più, lo Stato ha bisogno di sempre più posti nei centri di detenzione per immigrati clandestini: all’inizio degli anni 2000, un programma di costruzione di nuovi centri in tutta la Francia ha permesso di moltiplicare il numero di questi posti. Così, il primo agosto scorso, a Mesnil-Amelot [a nord di Parigi, non lontano dall’aeroporto di Roissy – non a caso, NdT], ha aperto il più grande CIE francese, dove potranno essere rinchiuse 240 persone. Con questo programma di costruzioni, lo Stato si è dato i mezzi per allungare la detenzione: con la legge Besson, entrata in vigore nel luglio 2011, il periodo di detenzione passa da 32 a 45 giorni. Ciò dàpiù tempo alle prefetture per organizzare le espulsioni; più tempo ad aspettare, rinchiusi, puniti per non avere i documenti in regola.

Ma l’incendio del CIE di Vincennes non è un caso isolato, né eccezionale. Ogni giorno, dentro alle mura di questi centri, ci sono atti di resistenza, individuali o collettivi, e rivolte, che riescono a volte a intralciare il buon funzionamento delle espulsioni. Così, nel marzo 2011, il centro di detenzione di Canet, a Marsiglia, è in parte bruciato ed è rimasto chiuso per parecchi mesi. Nel luglio scorso, cinque principi d’incendio hanno avuto luogo contemporaneamente nel centro di Lyon Saint-Exupery [ancora vicino ad un grande aeroporto, NdT], obbligandone la chiusura.

Per ognuna delle rivolte che danneggiano la macchina delle espulsioni, lo Stato deve trovare dei colpevoli. Di conseguenza, a Bordeaux due persone scontano pene di tre e cinque anni, a Marsiglia quattro persone sono state incarcerate e a Lione altre quattro sono attualmente in attesa, dietro le sbarre, del loro processo.

Per cercare di canalizzare queste rivolte, l’architettura dei nuovi centri è stata concepita al fine di facilitare l’isolamento e la sorveglianza delle persone detenute (unitàpiù piccole, telecamere in gran numero…). Ma, qualunque sia la forma che prende la prigione, il desiderio di quelli che vi sono rinchiusi saràsempre quello di uscirne.

Il processo d’appello per l’incendio del CIE di Vincennes si svolgerà, quindi, tutti i giovedì e venerdì pomeriggio dal 6 ottobre al 4 novembre 2011 (Corte d’appello di Parigi, Polo 2, sala 9).

Questo processo saràindubbiamente insignificante per la giustizia, ma le persone accusate ci rischiano, loro, la libertà. Per noi, deve essere l’occasione di dare prova della nostra solidarietà, ma anche di ricordare il ruolo dei CIE, delle frontiere, delle prigioni, e la necessitàdi farle sparire.

LIBERTÀ PER GLI ACCUSATI!
CHIUSURA DEI CIE!
LIBERTÀ PER TUTTI E TUTTE!

Collectif de solidarité avec les inculpés de Vincennes