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Sommosse in prigione - Rivolte fuori

venerdì 5 agosto 2011

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Da alcuni mesi, la tensione sale nelle carceri di Bruxelles. Una, Forest, sta per crollare; l’altra, Saint-Gilles, che è accanto alla prima, serve sempre più da scatola di sardine. Lo Stato ha trasferito centinaia di detenuti da Forest a Saint-Gilles, spostando il problema. Il problema, creato dallo Stato, sono prigioni piene da scoppiare e, ancor di più, la prigione in sé.

Quelli che non sanno ancora che nelle prigioni di Bruxelles la situazione è invivibile scelgono di essere ciechi oppure sono volontariamente sadici. A quattro in una cella, i materassi per terra, un secchio come cesso (a Forest), mancano i vestiti, mancano piatti e posate, nessuna cura per i prigionieri che soffrono di tubercolosi, appena un’ora di passeggio, pieno di scioperi dei secondini e gli sbirri che li rimpiazzano, con il pugno di ferro: niente ora d’aria, nessun colloquio, nessuna doccia, nessuna attività.

Sabato 21 luglio, a Saint-Gilles un detenuto ha appiccato il fuoco al materasso della cella d’isolamento in cui era rinchiuso. È rimasto ferito. Il delegato sindacale Lardinois voleva ancora soffocare la conflittualitàesistente, dicendo che non c’era “nessuna particolare tensione, solo delle motivazioni personali†. Ma non hanno potuto fare finta di niente a lungo. La sera del lunedì 23 luglio, la stazione della metropolitana Albert, da cui tutti i giorni i secondini passano andando a fare il loro sporco lavoro, è stata riempita di scritte (sui muri, sulle macchinette per i biglietti…). Vi si poteva leggere, fra l’altro: “Le prigioni in fiamme, con i secondini dentro†, “Secondino suicida, a metàperdonato†e qualche nome di delegato sindacale delle guardie, accompagnato da “carogna†. Una scritta anche per la catena di supermercati Delhaize (“sfruttatori†) – quel giorno era uscito un articolo di stampa che diceva che i detenuti di Saint-Gilles pagavano i prodotti della spesina fino al 30% più caro che fuori, e il fornitore è, in particolare, Delhaize.

Il mattino di venerdì 27 luglio scoppia una sommossa durante il trasferimento di un detenuto. I media non danno altre informazioni, per impedire che ciò possa incitare altri rivoltosi. Sappiamo solo che tutti i secondini sono usciti dalla prigione, per paura che, per una volta, i ruoli si invertissero, che fossero loro a farsi aggredire. Più di 750 prigionieri si sono ritrovati con i soli tre secondini rimasti al loro posto. La polizia rifiutava di andare a rimpiazzare i secondini, si lamentava dicendo che non poteva venire di nuovo, che giànon riesce a gestire i casini fuori. Hanno finito per mandare una ventina di poliziotti, dopo qualche ora.
Domenica 29 luglio, un detenuto attacca due guardie. I due rimangono leggermente feriti.

Il fatto che Saint-Gilles stia esplodendo è una cosa importante. È una forma di solidarietàdiretta espressa contro quello che sta succedendo a Forest. Forest è in condizioni pietose, lo Stato rifiuta di chiuderlo e continua a rinchiudervi centinaia di accusati in attesa di processo, clandestini ingabbiati per della sciocchezze e soprattutto perché non hanno i buoni documenti in tasca, persone arrestate sui trasporti pubblici, che sono diventati un vero e proprio dispositivo securitario (con le porte-tornello, le carte d’abbonamento con chip RFID integrato, le telecamere, i controllori, le guardie private ed i poliziotti che vi circolano). Al contrario, Saint-Gilles vuole presentarsi come una prigione tutta rimessa a nuovo ed ha appena aperto una nuova ala.

Le rivolte dei detenuti aprono una netta fessura in questa mascherata e rimettono sul tavolo la vera questione: al di làdelle condizioni schifose della detenzione, è la stessa prigione che bisogna combattere.

Refrattari ad ogni autoritàe ad ogni potere, noi ci riconosciamo in questi atti di rivolta, poiché a nostro avviso la resistenza contro questo esistente è la sola maniera di rimanere in vita. Nessun riformista potràconvincerci che qualche aggiustatinae qua e làpuò soddisfare la nostra sete di libertà, nessun pompiere potràconvincerci che bisogna aspettare che il dolore passi, e che la felicitàè nella rassegnazione e la sottomissione. Vogliamo un mondo senza prigioni, perché vogliamo sperimentare dei rapporti liberi fra le persone. Rapporti che possono nascere in una rottura con questo mondo in cui regnano il denaro, il consumo, l’autorità.

“In realtà, ciò che inquieta i potenti non è tanto il sapere se la prigione di Forest è invivibile o insalubre, quanto la possibilità, non così remota, che essa diventi ingestibile. Cioè che i prigionieri raccolgano il proprio coraggio, non aspettino più la benevolenza di chi sta in alto e si rivoltino, non solo come un grido di vita e libertà, ma per distruggere da cima a fondo la prigione. Oggi, a Forest così come in altre prigioni, c’è un’occasione da non lasciarsi scappare: danneggiare i sistemi vitali della prigione (come le condutture, i circuiti elettrici…) potrebbe portare alla loro chiusura†diceva un volantino distribuito a maggio. Oggi i detenuti di Saint-Gilles hanno dato il via.

Qualche ostilitàda queste parti…

10 giugno, prigione di Bruges – Una trentina di detenuti rifiuta di tornare in cella dopo l’ora d’aria. Scatenano la loro rabbia contro le recinzioni, l’arredo del cortile, le telecamere. Un principio d’incendio accompagna qualche rivendicazione che esprime i bisogni vitali dei prigionieri. Si scontrano con i secondini e poi con i poliziotti venuti a dare manforte, armati fino ai denti e con i cani. Gli sbirri si schierano anche intorno alla prigione, per paura di evasioni.

Metàgiugno, Saint-Gilles – All’annuncio dell’ennesimo sciopero (questa volta dei servizi amministrativi e psico-sociali), alcuni prigionieri rifiutano di tornare in cella. Si barricano in cortile per resistere all’assalto della polizia antisommossa. Un cannone ad acqua viene chiamato per sedare la rivolta, alcuni sbirri sono appostati anche nei quartieri intorno.

25 giugno, Marche-en-Famenne – Sei ordigni esplosivi vengono ritrovati sul cantiere della futura prigione. Erano stati piazzati sulle gru e non hanno potuto causare danni. I lavori sono stati sospesi per qualche ora.

29 giugno, vicino alla prigione di Forest – In diversi punti dell’avenue Albert e della rue de la Jonction è stato versato dell’olio sulla carreggiata, con l’intenzione di perturbare il funzionamento della prigione. Al di sopra delle chiazze, sono state piazzati tre striscioni, su cui si poteva leggere, fra l’altro: “Secondino = Boia – Noi vogliamo vivere!†e “La nostra passione per la libertàè più forte delle vostre sbarre†. La pulizia ha richiesto parecchie ore.

16 luglio, prigione di Louvain – Durante una perquisizione, due detenuti oppongono resistenza. Sono quindi pestati da una decina di secondini armati di manganelli.

17 luglio, Louvain – Il centro della cittàè ricoperto di scritte, fra le altre “Gridano morale, lavoro, sbarre – Noi rispondiamo rivoluzione, coraggio, solidarietà†e “Solidarietàcon i prigionieri in lottaâ€

21 luglio, prigione di Saint-Gilles – Un detenuto brucia il materasso della cella d’isolamento.

22 luglio, Laeken – Un poliziotto è riempito di botte mentre tenta di controllare una macchina. L’uomo al volante si è difeso ed una folla di gente è venuta in suo aiuto contro lo sbirro.

23 luglio, stazione di metro Albert [Bruxelles, NdT] – La stazione da cui passano i secondini è riempita di scritte contro di loro.

27 luglio, prigione di Saint-Gilles – Scoppia una rivolta durante il trasferimento di un detenuto.

29 luglio, Saint-Gilles – Un detenuto attacca due guardie.

Qualche ostilitàal di làdelle frontiere…

Aprile, Rennes (Francia) – Alcuni detenuti si impadroniscono delle chiavi di un secondino ed aprono le porte delle celle. Scoppia una sommossa: dei prodotti sono versati al suolo, telecamere distrutte, un inizio di incendio.

Inizio maggio, Lille (FR) – Alcuni detenuti si barricano in un’officina e si armano con utensili trovati sul posto. Due giorni prima, un detenuto aveva attaccato due secondini.

2 maggio, Ducos, Martinique – Dopo una perquisizione, dei detenuti si barricano in un settore della prigione e devastano l’arredo.

Tutta l’inizio dell’estate, Roanne, (FR) – Una manifestazione fuori viene in appoggio alle rivendicazioni dei detenuti. Un prigioniero incendia la sua cellula, ci sono alterchi fra detenuti e secondini. Il rifiuto di abbandonare il cortile da parte di alcuni detenuti in regime speciale è seguito da un pestaggio da parte dei secondini armati di manganelli. Altri prigionieri lanciano proiettili dalle celle e filmano la scena, che verràpoi largamente diffusa fuori. Fuori vengono attaccati dei manifesti con i nomi dei secondini picchiatori. Nonostante il trasferimento dei detenuti ribelli e la sostituzione del direttore per placare gli animi, la tensione continua a salire.

14 giugno, Arco, Italia – Vengono incendiati 9 veicoli della ditta Marr, che si arricchisce fornendo cibo a diverse prigioni.