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Parigi - Attaccata Croce Rossa in solidarietàcon gli arrestati di Torino

domenica 15 marzo 2009

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Il giorno del audienza a Torino contro i compagni arrestati il 23
febbraio scorso e accusati di "associazione a delinquere" per la lotta
contro i CIE, e a una settimana del verdetto contro i 10 accusati del
incendio del CIE di Vincennes (giugno 2008), 6 sede della Croce Rossa sono
stati attacati a Parigi nella notte del 9 al 10 marzo.

Situati nelle 3/5/9/11/12 e 18 circonscripzione di Parigi, sono stati
coperti di manifesti (vedere il testo qui sotto) e di scritte, mentre e
loro serrature erano sabotate e le vetrate mandate in frantumi. Infine,
delle scritte come "La croce rossa espulse" o "crosse rossa complice delle
espulsione" hanno coperto le strade vicine di queste sede.

Solidarietàcon i compagni di Torino
Libertàper tutti, con o senza documenti
Sabottiamo la macchina delle espulsioni

Testo del manifesto attachinato:

LA CROCE ROSSA RINCHUEDE

In Italia come in Francia lo stato cerca di fermare la lotta (che avanza
“dentro†come “fuori†) contro i centri di identificazione e espulsione. Il
23 febbraio 2010 a Torino, Rovereto, Mantova e Cuneo la polizia ha
perquisito delle decine di domicili e ha arrestato 6 compagni. Le accuse
mirano azioni avvenute durante diversi anni di lotte : presidi davanti ai
centri, occupazioni e attacchi (croce rossa, locali di partiti di destra e
di sinistra, irruzioni in ristoranti di lusso..). La croce rossa italiana,
che aiuta la giustizia a costruire le accuse contro i compagni, è
direttamente implicata nella macchina delle espulsioni : gestisce i centri
di retenzione di Torino, Milano e Roma, copre gli stupri e le botte,
imbottisce i sans-papier di droga e testimonia contro di loro nei processi
delle rivolte interne.

Quando eravamo piccoli, ci hanno insegnato che la croce rossa faceva
parte, come la altre del suo genere, di quelle istituzioni umanitarie che,
pur non riuscendo a cambiare un gran ché in questo mondo fatto di
sfruttamento, guerre , miseria e oppressione, cercano almeno di curare le
ferite e attenuare la sofferenza (come dicono nel loro linguaggio
profondamente religioso). Eppure il soccorso neutrale non esiste. E nel
caso della croce rossa non é cosi difficile capirlo..

I milioni di persone che ogni anno fuggono la fame, i disastri, le guerre
e l’oppressione nella speranza di poter costruire altrove una vita un poco
più decente, qui in Europa sono accolti con il razzismo, i rastrellamenti,
lo sfruttamento senza limitie per finire con i centri di identificazione e
espulsione e le deportazioni.

In Italia o in Spagna la croce rossa gestisce direttamente i centri da cui
lo Stato preleva i sans-papiers per deportarli, dei « centri di retenzione
» con le loro guardie, le loro celle di isolamento, le loro botte, i loro
abusi, e con la loro privazione di libertà. Qui la croce rossa mostra la
sua vera natura : il volto umanitario della dominazione.
In Belgio sono proprio gli infermieri della croce rossa che si occupano
dei ribelli nei centri : curano le loro ferite e li tengono a bada
riempiendoli di calmanti.
A Roissy la croce rossa gestisce, insieme con la polizia, la « zona
d’attesa » per i sans-papiers que arrivano all’aeroporto coprendo i metodi
brutali (manette,botte, droga) dei poliziotti addetti alle espulsioni
forzate.
Quando il 17 agosto 2006, con un unico rastrellamento, 508 persone
provenienti dall’Africa e dall’Est Europa sono cacciate dalle loro case a
Cachan, ogni bus della questura era scortato fuori da sbirri, e dentro da
due funzionari della croce rossa.
Dal settembre 1999 al 2002 questo complice dello stato ha gestito su
commissione il capannone di Sangatte vicino a Calais. Qui ha isolato
insieme alla polizia 1800 rifugiati per lasciare allo Stato il tempo di
costruire un centro di retenzione a due passi da li, a Coquelles. Apartire
dal 2002 ha schedato tutti i profughi per preparare lo smantellamento del
campo e la conseguante caccia all’uomo.
La croce rossa è inoltre strettamente legata a quell’istituzione che ha
per scopo di piegare i flussi migratori ai bisogni del capitalismo e del
controllo sociale : l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni
(OIM). Questa struttura si serve di una moltitudine di organizzazioni
umanitarie e di ONG per attivare capillarmente uil ricatto dell’ « aiuto
al rimpatrio ». Per questo motivo la si puo’ vedere all’opera durante le
espulsioni dei campi rrom, quando gli sbirri arrivano con le loro ruspe e
i loro bus diretti verso la Romania o la Bulgaria.

E tutto questo si chiama « scegliere il proprio campo »

Ma i sans papier non arrivano solo sulle spiagge italiane o spagnole o
negli aeroporti europei : anche nel Medioriente e in Africa ci sono
milioni di profughi che fuggono la guerra, la miseria o i disastri
ecologici per ritrovarsi in enormi campi di concentramento. Anche questi
ultimi sono spesso gestiti dalla croce rossa che invia non solo i suoi
mediaci, ma anche le sue guardie.
Cosi la croce rossa non fa altro che rafforzare l’ordine attuale fatto di
oppressori e d’oppressi, curando questi ultimi e sedando la rivolta che ,
sola, potràrealmente cambiare qualcosa.

Nei suoi interventi la croce rosa tenta di integrare la politica europea
di controllo dei flussi migratori con le manovre militari dell’ONU. Tutti
sanno che la pretesa « neutralità» è impossibile ( ed è per questo che
diversi volontari dissidenti hanno lasciato la croce rossa ). Restare
neutrali significa scegliere il campo dei più forti –anche quando si cura
il più debole. Pare che guerre attuali siano a « scopo umanitario » , ma
chi potrebbe mai credere che ci sia qualcosa di umano nei bombardamenti,
nei corpi squartati, nelle ferite, negli stupri ? Pretendendo di restare
neutrale, la croce rossa non fa altro che rafforzare il potere costituito.
In Irak, Afghanistan, Haiti, e altrove.

La lunga storia dello sfruttamento e dell’oppressione ha sempre avuto
bisogno di volontari che sappiano nascondersi dietro a un « non lo sapevo
». La gestione democratica del capitalismo e dell’oppressione ha bisogno
di allargare sempre di più cio’ che qualcuno, all’epoca dei lager nazisti,
ha chiamato « la zona grigia della collaborazione ». Rifiutare di
collaborare con un sistema che organizza la deportazione per preservare i
profitti e il potere di pochi, è l’inizio di una critica reale del mondo
in cui siamo obbligati a vivere.

Grattiamo la vernice umanitaria di questo sistema mortifero di
deportazione, incarcerazione e sfruttamento !
Solidarietàcon gli accusati della rivolta nel centro di retenzione di
Vincennes !
Libertàper tutti , con o senza documenti !!

SABOTIAMO LA MACCHINA DELLE ESPULSIONI !